differenza tra interpretariato e traduzione

Differenza tra interpretariato e traduzione

Nell’ambito delle lingue straniere si sente spesso parlare sia di traduzione che di interpretariato. I due concetti sono quasi sempre presentati come simili o comunque collegati tra loro: in realtà, però, tra questi due termini vi è una notevole differenza, spesso non conosciuta da tutti.

Nonostante sia la traduzione che l’interpretariato si occupino di trasferire un insieme di concetti da una lingua a un’altra servendosi di una figura professionale esperta e possibilmente madrelingua che conosca bene entrambi gli idiomi, le due tecniche mostrano sì dei punti in comune ma anche importanti differenze.

Sia per il ruolo del traduttore che per quello dell’interprete, poi, oltre alla perfetta conoscenza di entrambe le lingue di partenza e di arrivo, è importante anche una certa familiarità con le differenze culturali tra le aree geografiche di appartenenza dei parlanti, in modo da offrire una vera e propria localizzazione dei concetti che andranno trasmessi.

Proprio per via delle differenze del mezzo di comunicazione e delle conoscenze specifiche che vengono richieste a questi due profili professionali, non è propriamente corretto utilizzare i due termini in modo intercambiabile come spesso accade.

Qual è quindi il ruolo del traduttore e quale quello dell’interprete?

 

Il ruolo del traduttore

 

Il traduttore è il professionista della lingua scritta. Può operare su varie tipologie di testo: dalle opere letterarie (romanzi, saggi, racconti, poesie), a testi di tipo tecnico (libretti di istruzioni, manualistica, schede tecniche), pubblicitario (cataloghi, riviste, inserzioni, newsletter), finanziario (relazioni di bilancio, rendiconti, contratti, analisi di mercato) o giuridico (atti pubblici, documenti legali, gare d’appalto), fino alle traduzioni per il web (siti, e-commerce, post per i social network).

Il traduttore professionista lavora suddividendo il testo in unità quantificabili, solitamente in parole o “cartelle” (un insieme di caratteri che può variare da 1200 a 1500), e ottenendo un compenso commisurato sia alla lunghezza che alla difficoltà del testo presentato dal cliente. Inoltre, anche le combinazioni linguistiche e i tempi di consegna richiesti possono comportare una netta variazione nelle tariffe di un traduttore: la traduzione da e verso una lingua poco diffusa, specialmente se extra europea, o una deadline molto stretta faranno chiaramente salire il valore del prodotto finale.

Gli strumenti del mestiere per un traduttore, oltre a una perfetta conoscenza linguistica e culturale, sono i cosiddetti CAT (Computer Aided Translation) Tools, software concepiti per assistere e agevolare il processo traduttivo, assicurando che le ripetizioni presenti all’interno del testo vengano sempre tradotte allo stesso modo.

Il ruolo del traduttore, dunque, è quello di garantire la massima qualità della traduzione, sia da un punto di vista linguistico sia stilistico, adattando se necessario le parole non solo alla lingua, ma anche alla cultura di arrivo.

 

Il ruolo dell’interprete

 

Rispetto ai traduttori, invece, gli interpreti sono le figure professionali in grado di trasferire oralmente i concetti da una lingua ad un’altra. Questa tecnica, a differenza di quella precedentemente descritta, ha lo scopo di comunicare tradurre il concetto espresso dalla lingua di partenza a quella di arrivo in modo sì accurato, ma anche rapido.

A differenza della traduzione che può essere standardizzata (a cambiare può essere infatti solamente la tipologia testuale e il settore di riferimento), esistono alcune diverse varietà di interpretariato.

Le principali differenze riguardano l’interpretariato simultaneo e quello consecutivo. Il primo implica che un testo orale venga tradotto in un’altra lingua in tempo reale, mentre nel secondo caso i contenuti, anche se resi in maniera veloce, vengono prima annotati dall’interprete e poi trasmessi nella lingua di arrivo.

Il ruolo dell’interprete, in ogni caso, è quello di garantire la comunicazione tra interlocutori che parlano due lingue differenti in diversi contesti (seminari, conferenze, dirette televisive, lezioni universitarie, procedimenti giudiziari, trattative commerciali), rendendo il discorso il più fluido ed efficace possibile. A differenza del traduttore, che può e deve documentarsi e fare ricerche nel caso in cui non conosca la terminologia che si trova a tradurre per offrire una trasposizione ottimale del concetto, l’interprete non ha questa possibilità: per questo, oltre ad una grande professionalità ed un’eccellente conoscenza linguistica, un bravo interprete padroneggia molto bene anche l’arte dell’improvvisazione. Dovrà inoltre essere in grado di cogliere e reinterpretare il tono e l’inflessione della voce originale, riportandoli in modo corretto a chi ascolta.

 

Il traduttore può essere anche un interprete?

 

A seconda che si decida di intraprendere la carriera di traduttore o di interprete, cambia anche il percorso di studi che si deve seguire.

Se per i traduttori sono necessari degli studi che permettano di trovare il giusto equilibrio tra la fedeltà ad un testo originale e l’efficacia della reinterpretazione, gli interpreti invece si allenano per velocizzare la traduzione della lingua parlata mettendo in atto tutte le accortezze necessarie per un interpretariato di livello professionale.

Può quindi un traduttore essere anche un interprete e viceversa?

Sicuramente le competenze richieste sono molto simili: dopotutto la condizione imprescindibile per svolgere entrambe queste professioni è una conoscenza avanzata della lingua di partenza e preferibilmente  un livello di padronanza da madrelingua per quanto riguarda la lingua di arrivo. Spesso infatti sia traduttori che interpreti operano “in passiva”, ovvero traducendo verso la propria lingua madre.

Si può concludere quindi che un traduttore che abbia conseguito le specializzazioni adeguate può senz’altro cimentarsi nel ruolo di interprete, e viceversa.
Tuttavia è bene ricordare che, data l’enorme quantità e diversificazione delle tipologie di servizi linguistici, è sempre bene rivolgersi ad un professionista esperto non solo della specifica prestazione che andrà a svolgere (traduzione o interpretariato), ma anche del settore e della combinazione linguistica di cui abbiamo necessità.

 

 

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